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annotazioni numismatiche genovesi 195

non consigliasse ad usare promiscuamente l’uno e l’altro.

Ho già fatto osservare, che il noto pregiudizio sulla precedenza del fiorino non doveva risalire molto addietro nel passato. Che nel XVI secolo si conservasse ancora memoria, o per tradizione o per documenti, dell’antichità del genovino, ce ne offrono una bellissima prova le locazioni della zecca pontificia, per cui si ha la più grande conferma alla nostra dimostrazione. Il Vettori, nel suo anonimo fiorino d’oro illustrato, riporta l’intero testo di tre contratti di locazione della detta zecca per gli anni 1540 e 1549, e l’intestazione di altri due del 1551 e 1554, che egli dichiara eguali nel testo ai precedenti1. Chi richiamò l’attenzione dello scrivente su questi importanti documenti, fu il chiar. Cav. Umberto Rossi, al quale mi professo singolarmente obbligato. Gli impegni relativi alla coniazione dell’oro, sono ivi enunciati nei termini seguenti: " item promisit.... quod zeccherij praefati cudent, seu cudi facient Florenos de auro de Camera juxta ligam auri Ducatorum Papalium, videlicet XXIV caractorum, secundum virgam conflandam ex auro Ducatorum auri Portugallen. et Ianuen. omnium antiquiorum, ecc. „ È da osservarsi che in altre locazioni della stessa zecca, nelle quali si prescrive di formar la verga con Ducati Veneti ed altri, manca assolutamente la qualifica di omnium antiquiorum, che è riservata unicamente a quelli di Portogallo e di Genova, e non manca mai quando si tratti di questi. Il Vettori alla nota 10 a pag. 485, a proposito di questa asserzione, ingenuamente rileva: " errore molto notabile è questo, e si dovrà correggere colla scorta di ciò che si è

  1. Ivi, pag. 341, 347, 349, 351 e 352.