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192 | giuseppe ruggero |
le monete di necessità, tutte le altre non hanno potuto rappresentare valori a capriccio, ma bensì in corrispondenza coi prezzi commerciali del metallo.
Se i Fiorentini avessero anticipato o posticipato di alcuni anni l’emissione del loro fiorino, questo avrebbe dovuto necessariamente presentare ben diverse relazioni col grosso o col peso locale, e l’eguaglianza tra il fiorino ed il genovino non avrebbe avuto luogo.
A proposito di questa coincidenza di peso tra le due monete, non voglio mancare di accennare all’arguta osservazione del Desimoni, il quale vi contrappone l’eguaglianza di peso, tra la quartarola Genovese ed il tareno Napoletano1.
Ecco sgombrata la via, e ricondotta la questione alle condizioni anteriori alla pubblicazione, della quale ci siamo intrattenuti. Nello addurre gli argomenti in favore del nostro assunto, non si potrà evitare la ripetizione di alcuni, già implicitamente contenuti nella confutazione di quelli del Promis.
Il tipo ed i caratteri della quartarola della prima maniera non possono convenire che al XII secolo, od ai primi anni del XIII. Queste monete non differiscono dagli antichi denari, che nelle sole C ed E chiuse. Il Promis non si è avveduto di questa piccola differenza, e nota che i denari del 1139 hanno queste lettere lunate e chiuse2; invece le hanno lunate, ma aperte. Non credo che si voglia invocare questo fatto a prova contro l’antichità delle monete stesse; ma per ogni caso, ripetendo che i confronti vanno fatti coi monumenti regionali corrispondenti, accennerò alle iscrizioni lapidarie Genovesi del 1165, II 74, 1179, 1188, ecc., che hanno queste lettere lu-