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190 giuseppe ruggero

ed esistente nella mia collezione, ha caratteri ancor più semplici di quella edita dal Promis. Avrebbe potuto il nostro A. ripetere coscienziosamente, per queste frazioni, la sentenza emessa per gli interi?

Non posso ammettere una simile ipotesi; ond’è, che se alcuno volesse pure tener buono questo secondo argomento circa gli interi, non potrebbe imparzialmente concederlo per gli spezzati, ciò che t(jrna lo stesso.

3. Il fiorino Toscano sta in un rapporto intero colle monete d’argento e col peso locale, mentre il genovino, eguale di peso e fino al fiorino, non ha rapporto alcuno colle altre monete d’argento Genovesi.

Questa, secondo l’A. è la prova più concludente; noi invece diremo, che sotto un’apparenza speciosa che può ingannare i profani, dissimula la sua debolezza, anzi si presta benissimo a venir ritorta contro al suo autore.

Che il fiorino emesso per una lira Fiorentina si trovasse in relazione esatta al grosso che valeva un soldo, nulla di più naturale e conveniente. Ma quanto avrà potuto durare questo rapporto? E cosa troppo nota, l’aumento graduale e continuo dei valori, per cui le monete non possono mantenere a lungo invariata la loro valutazione; ed è parimente noto, che queste varianti non sono mai proporzionali nei due metalli. Dato dunque un rapporto esatto in una data epoca, è inevitabile l’alterazione nello stesso dopo un certo tempo. Il fiorino coniato per una lira nel 1253, era salito ad una lira e mezza nel 1275 e 1277, a 2 nel 12901 e via di seguito. Il variare del rapporto tra i due metalli nobili, faceva sì che l’aumento

  1. Orsini, cit. p. 24. — Gandolfi, cit. II, p. 195, dove riporta la serie delle valutazioni del fiorino dal Targioni Tozzetti.