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appunti di numismatica romana 159

il Senkler), si fosse introdotto l’uso di collocare nel campo l’indicazione della zecca, la quale fino allora aveva sempre avuto la sua sede naturale all’esergo. Il perdurare dell’antica sigla della zecca di Costantinopoli CONOB all’esergo, si spiega col!’ essere essa divenuta dopo tanto tempo quasi il marchio dell’oro, ed era quindi riprodotta su tutte indistintamente le monete d’oro, qualunque fosse la zecca in cui erano state coniate. E qui conviene accennare come il CONOB, che appare per la prima volta sotto Valentiniano I, si trasforma in C0MOB ogni volta che si trovano nel campo lettere iniziali di zecca1.

Ammessa però l’ipotesi, come si disse estrema-

  1. Si è molto discusso sul significato della sigla CONOB senza che si sia ancora giunti ad una spiegazione definitiva. Lasciando da parte le interpretazioni fantastiche, che abbondarono qui come in altri problemi numismatici specialmente nel secolo scorso, non citerò che le due più serie e più probabili. La prima, messa innanzi da Pinder e da Friedländer e caldamente appoggiata dal Lenormant, è che la sigla CONOB debba scomporsi in CON e OB, e prendendo queste due ultime lettere come cifre numeriche, debba leggersi: Constantinopolitanae (librae) septuagesima secunda (pars), intendendosi che tal numero indicasse quello dei soldi costituenti la libbra, ossia la 72* parte, secondo la legge di Valentiniano I. All’obbiezione poi che tale ipotesi, se può reggere pei soldi, cadrebbe, considerando che la sigla CONOB è ripetuta sui tremissi, i quali non erano che la 216" parte della libbra, il Missong risponde che tale sigla si trova tanto nelle frazioni come nei multipli del solido, riferendosi sempre all’unità dell’oro che e appunto il solido. — La seconda ipotesi, pure dividendo la sigla in due sillabe distinte CON e OB, le interpreta per CONstantinopoli OBsignata (riferendosi alla moneta) oppure CONstantinopoli OBruzium o OBrysion (oro di Costantinopoli), e anche con questo sarebbe spiegato il perdurare di questa sigla per ben quattro secoli, e il trovarsi sulla massima parte delle monete d’oro, qualunque sia il loro modulo. E qui non è il caso di entrare in discussione sulla maggior probabilità dì una piuttosto che dell’altra ipotesi. Perchè poi in Occidente (ossia nelle monete, che portano le indicazioni dì zecche Occidentali nel campo) il CONOB primitivo si sia trasformato in COMOB rimane tuttora inesplicato; ma è un fatto costante, a cui non si possono opporre che rarissime eccezioni.