Pagina:Rivista italiana di numismatica 1895.djvu/15


topografia e numismatica dell’antica imera 13

Ma nonostante questa forte città fosse stata distrutta, può considerarsi che sia continuata la sua esistenza, perchè i Cartaginesi stessi nel 407, quando si apparecchiavano per un’altra spedizione in Sicilia, raccolsero in Cartagine e nelle altre città soggette un certo numero di volontari e fondarono sul luogo delle sorgenti calde una nuova città che chiamarono Θέρμαι. Ai coloni africani si aggiunsero i profughi Imeresi1, i quali non dovettero esser pochi, giacche sulle monete la città ha il nome di Θέρμαι Ἱμερᾶιαι e gli scrittori antichi la chiamano talvolta col nome antico, Ἱμέρα2.

Nella nuova città fu istituita una nuova zecca, nella quale furono coniate monete greche sia per l’arte, degne, nei primi esemplari, dei migliori artisti del l’secolo, sia per il peso, che per un certo tempo appartenne al sistema attico.

121. — Arg., min. 23.

D/ — ΘΕΡΜΙΤΑΝ Testa di Giunone Lacinia, a destra, ornata di diadema con tre grifi; ha i capelli sciolti e alle orecchie, pendenti. Dietro, delfino; circolo di puntini.
R/ Ercole giovane, nudo, sedente a sinistra, sopra un poggio, coperto della pelle del leone. Nella destra tiene una clava, e colla sinistra si appoggia al sedile; dietro ha l’arco e la faretra; circolo di puntini.
Grammi 8,38, M. Br. (Cat. n. 1); gr. 8,35, Napoli (Fiorelli 4451); gr. 8,14, Imh. Bl.; gr. 8,10, Löbbecke; Parigi.

Tav. I, n. 1.


122. — Arg., min. II.

D/ — ΘΕΡΜΙΤΑΝ. Come il precedente, ma il diadema è ornato di palmette, e dietro la testa vi è il monogramma ΑΡ invece del delfino.
R/ Come il precedente. Termini (2 esempi.); Parigi; gr. 0,85, Imh. Bl., Palermo.

Tav. I, n. 2, 3.

  1. Cic., Verr. I, 35.
  2. Diod. XIII, 79. — Scylacis, Periplus, 13.