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emissioni successive: il rovescio appare identico a quello dell’ esemplare riprodotto dal Malaguzzi.

L’importanza di questa varietà non è tale da intrattenervisi molto, però, siccome può interessare i collettori, così ho creduto dargliene comunicazione lasciando al suo fine discernimento il giudicare se sia o no il caso di darle pubblicità sulla nostra Rivista.

Quello che senza dubbio risulterà anche più evidente di questa pubblicazione, ov’Ella creda di farla, è la importanza grandissima della illustrazione delle singole zecche fatta con l’accuratezza e coscienza con cui il Malaguzzi condusse quella della zecca di Reggio, perchè permetterà ai varii raccoglitori e ai Musei di fornire con poca fatica gli elementi per completare le serie delle monete uscite da una data officina.

Sarebbe quindi desiderabile anzi necessario che simile lavoro potesse farsi per tutte le zecche d’Italia.

La nostra Società, che prese lodevolmente e con esito felice l’iniziativa bandendo il suo primo Concorso, dovrebbe ora studiare ogni mezzo per facilitare il compito a chi si accinge a consimili studi, adoperandosi perchè i Musei pubblici e privati siano meno avari di notizie e perchè vengano rimossi tanti ostacoli che difficilmente possono immaginarsi da chi non li ha incontrati per via.

Perdoni il disturbo e mi abbia con ogni ossequio
      Santangelo di Romagna, li 8 Marzo 1895.

Dev. G. Castellani.          




Il ripostiglio di Dambel. — Il 27 nov. 1894 certo Giuliani, scavando per ragioni di coltura un suo campicello situato presso a Saorì, frazione del comune di Dambel, villaggio dell’alta valle di Non, scoperse alla profondità di circa 80 centim. dal suolo, una tomba formata dei soliti tegoloni di cotto, che racchiudeva uno scheletro; presso al cranio rinvenne un vaso di rame tutto guasto per l’ossido, che conteneva molte monete ed un cucchiaio d’argento, un bacile di sottilissima lamina di rame, e frammenti di una coppa di cotto.