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la zecca di reggio emilia | 501 |
XV.
[Arch. cit. Registri delle lettere — 1505, e. 82 r.].
Alfonsus dux Ferrarie.
Dilectissimi nostri. Havemo per buon rispecto determinato che in quella nostra città non si batti monete più di alcuna sorta d’oro o di argento; però provedete che non se gli ne batta ne stampisca più, prohibendolo per quello miglior modo che vi parrà.
- Ferrarie 24 Marzo 1505.
Egregiis et prestantibus fidelibus nostris dilectissimis Ancianis Regii.
XVI.
[Arch. cit. Carte della zecca, 24 Marzo, 1505).
Cause et ragione per le quale se debe lo Ill.mo S. N. inclinare ad revocare le lettere per le quale prohibisce e! battere le monete ne la Cicha di Regio.
P.o Essendo stato cussi maturamente et cum bono examine concesso di potere batere per lo Ill.mo quondam S. patre di Sua Ex.tia da la quale se è di poi hauto la confermatione sopra ciò.
Et perchè è cossa che cede ad honore de sua Ex.tia perchè in dicte monete se ha da mettere le imagine et diuise de quella cussi se pò dire esser et è cecha de sua ex.tia
Et perche se hano ad battere secundo l’ordine già preso a la bontà et liga de la Cecha sua de Ferara.
Et come più monete se fano in nume de sua Ex.tia tanto più li è di gloria et honore.
Et è utile de sua Ex.tia perche diete monete pigliano camino ale intrate sue et è modo de hauer monete ad proposito perchè qui capitano poche monete de altre sorte che milanese.
Et è edam utile che suoi Citadini et Artefici qua quali se inzegnano cumulare qualche argento et compartire et per altra via guadagnando covello (sic per qualche cosa).
Et perchè li argenti de qui rimaneno nela cita et quelli de li Ebrei che andariano a Bologna.
Et da circumvicini Parmigiani et altri sono portati argenti et oro ad fare battere qui che pigliariano altra via che quella di Ferara.