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440 ettore gabrici

La leggenda dell’esergo è interrotta da una figura di gallo. L’Evans osserva1 che nell’esemplare del Museo di Napoli la testa del gallo è stata ritoccata col bulino, ma non so affermare con lui che quell’uccello è un gallo vero e proprio, perchè nei cinque esemplari che conosco (specialmente in quello del M. Hunter) scorgesi che al corpo di gallo è sovrapposta una testa umana; e siccome non mi è dato vedere nessun esemplare ben conservato, credo che, essendo quella certamente una testa umana, si debba ravvisare nella figura dell’esergo non un gallo, ma un mostro del genere di quello che sta sulle litre contemporanee; la qual cosa l’Evans esclude interamente.

Siffatti pregi d’arte danno a questo tetradramma una certa importanza, che diventa assai più grande, se vogliamo aggiustar fede all’Evans, il quale afferma di leggere sul suo esemplare il nome di un artista, KIMON, proprio nella parte superiore dell’altare. Io non ho visto l’originale, quindi non posso nè accettare né rifiutare l’opinione del chiaro numismatico. Soltanto mi permetto di notare che l’età attribuita da lui a questo tetradramma non concorda colla classificazione cronologica da me fatta. Egli lo crede del 450 av. C,; io invece non lo farei risalire più oltre il 4152.




  1. Numism. Chron., 1890: Some new Artists’ signatures on Sicilian coins (Evans).
  2. L’Evans dice che questo tetradramma, eccettuato quello con la ruota (n. 68), dev’essere riguardato come la più antica emissione di monete imeresi nell’epoca di transizione. Ma se ci vogliamo affidare soltanto all’arte, dobbiamo ammettere come anteriori a questa emissione tutti i tetradrammi da noi collocati prima di questo.