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430 | ettore gabrici |
sione indiretta alle sorgenti d’Imera l’ottenne col disegnare il Satiro a cavallo di un irco. Le fontane e le sorgenti furono soggetto di molte e svariate rappresentazioni per la plastica greca, secondo la maniera come venivano considerate.
Dal giudicarle come luoghi di piacevole riposo e tranquillità, ne vennero le tante figure di uomini barbati ed imberbi, di donne con volto sereno, aventi in mano coppe da bere e stanti in piedi o sedute o giacenti.
Dal considerarle come luoghi di passatempo ne venne un’altra serie di rappresentazioni, consistenti in Ninfe che giocano ai dadi1 o con pietre rotonde2. Dal medesimo motivo traggono origine i demoni musicisti. Essendo la musica un’attività facilmente conciliabile col dolce far niente, essa era propria di chi viveva presso le fonti, ossia delle Ninfe e degli altri personaggi simbolici. L’antica musica si personificò nella ninfa Eco, e i demoni bacchici indicano assai chiaramente l’originaria connessione fra la musica e le fonti. Marsia è ugualmente Sileno e fiume; come divinità rappresentante il fiume porta il flauto nelle mani. Pane è rappresentato come sonatore di flauto sulle monete di Caesareia, allo stesso modo che era ritratto nella vicina grotta del Paneion. In lui e nelle figure di Sileni accovacciati, con la siringa alla bocca, si riconosce l’influenza d’un umore nazionale che li rappresentava in figura burlesca con forme semi-animalesche. Sicchè il Satiro che suona dando fiato ad una conchiglia è qui da spiegarsi come una rappresentazione indiretta del sito donde sgorgavano le acque calde d’Imera. Il caduceo, che egli tiene con la destra, è simbolo della salubrità