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422 | ettore gabrici |
genii delle fonti. Sileni in piena figura o in forma di Erme servivano di contrassegno alle sorgenti. Spessissimo, per citare uno dei motivi più noti, stando con una gamba in ginocchio, tengono sulla spalla un otre forato, ovvero camminando a stento, fanno scorrer l’acqua dall’otre. Sui tetradrammi d’Imera il Sileno si bagna alla fonte, perchè questa era la rappresentazione che più si addiceva alla virtù delle salutari acque termali. Potè anche influire alla concezione di questo tipo la leggenda, la quale voleva che Ercole si fosse bagnato in quelle sorgenti e avesse riacquistato il vigore. Allo stesso motivo è da riferirsi la posizione di Ercole seduto su di una rupe, e bagnantesi sotto una fontana a bocca di leone, la cui acqua, raccolta da Satiri e da Ninfe, gli è riversata sulle spalle1.
La donna che sacrifica è la Ninfa Imera. Sulle monete della Magna Grecia e della Sicilia la città è spesso personificata in una Ninfa. Talvolta però questa personificazione era espressa per mezzo di una figura maschile (genio della città), come vedesi sulle monete di Caulonia; tal’altra poi si rappresentava la divinità principale o un fiume nell’atto di compiere un sacrifizio lustrale, espresso dal ramo d’alloro, come sulle monete di Crotone (Ercole οἰκίστης), di Leontium2, di Selinunte (Hypsas), di Metaponto.
Ma anche frequenti, come dicevo, sono le figure di donna. Le monete di Terina3, Entella, Erice, Segcsta, hanno quasi lo stesso tipo; ma io non esiterei a dire che tutte queste città seguirono l’esempio
- ↑ Ist. di corrisp. arch., anno 1862, pag. 15; Monum., vol. VI-VII, tav. LXIV.
- ↑ Raoul Rochette, Mém. de Numism., pl. III, 25.
- ↑ Imh. Blum., Monn. grecq., tab. A, n. 11.