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topografia e numismatica dell’antica imera 421

narono, tanto nella leggenda quanto nell’arte, agli animali che si muovono rapidamente, come provano i nomi dei loro fiumi e ruscelletti. Mettono capo a questa concezione le rappresentanze dei fiumicelli per mezzo di serpenti, di capre, di cavalli e di cani. D’altra parte l’energia dello zampillo è paragonata a quella insuperabile di certi animali, come il leone, il lupo, il cinghiale, il becco, il toro. Finalmente una particolar forma dell’arte plastica nacque dall’idea molto diffusa presso i popoli dell’antichità (comune ai Greci e agi’ Italici e conservata anche nella Grecia moderna per antica tradizione) che le fonti fossero il capo dell’acqua (κεφαλή)1. Il capo di leone, di porco o di altri animali, presso le sorgenti, era per la plastica un’espressione ovvia di questo concetto. La bocca aperta indicava il riversarsi dell’acqua; perciò la maschera di metallo o di pietra servì ad esprimere lo spandimento per mezzo di acquedotti e di grondaie, delle quali ultime abbiamo esempio brillante nelle bellissime teste di leone a bocca aperta, venute alla luce negli scavi del tempio di Imera2.

La numismatica non rimase estranea a queste rappresentazioni, anzi loro fece larga parte. Lo attestano le monete di Corinto, Metaponto, Larissa, Terina, Caulonia3, Pherae (in Tessaglia), ecc.4.

Le figure di quelle divinità che si sapeva essere quasi un’incarnazione dell’elemento umido, costituivano uno dei motivi prediletti dell’arte plastica. Dionisio, a guisa di Afrodite, aveva i suoi santuari in sotterranei umidi e perciò i demoni bacchici son realmente

  1. Herod., IV, 91.
  2. Salinas, Le grondaie del tempio d’Imera.
  3. Raoul Rochette, Mém. de Numism., tab. II, n. 10.
  4. Sestini, Mus. Fontana, II, tav. III, f. 9.