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probabilità è da riferirsi ad Ercole, il quale ha questo titolo evidente anche sulle monete di Taso1.

Ma con ciò non abbiamo ancora spiegato che una parte del diritto di questi tetradrammi. Esso dovè essere escogitato da un intelligente artista, il quale seppe combinare assai bene gli elementi numerosi e varii delle leggende relative alle terme. Il piccolo Sileno, che sta sempre a destra della Ninfa in posizione diversa, ci dà agio di fare alcune osservazioni importanti. Il Sileno e la fontana a bocca di leone stanno in relazione con le acque termali: e qui l’arte plastica ci offre importanti dati. Essa in un gran numero di monumenti ci dimostra a chiare note quanta importanza dettero i greci alle fonti, e come queste ne eccitarono lo spirito e la fantasia. Le fonti furono il punto di convegno delle popolazioni primitive; presso le fonti furono costruiti i più antichi santuari, ove i greci dell’età preistorica raccoglievansi, credendo, nella loro ingenuità religiosa, di essere più prossimi agli Dei. In questi antichissimi tempi già era nato il culto delle Ninfe (v. Inni Omerici) che non fu poi abolito, anzi andò sempre crescendo. Anche l’arte dei secoli successivi non era mai sodisfatta di ornare le fonti per mezzo di colonnati, grotte, mosaici, giardini, rilievi e pitture, ove era rappresentato il travamento della fonte, secondo narrava la leggenda. L’acqua è il principio vitale della creazione, e perciò gli Elleni la parago-

  1. Raoul Rochette, Mém. de numismat., pag. 14. Non così opina l’Imhoof-Blumer (Num. Chron., 1892, p. 187) il quale riferisce l’epiteto σωτήρ alla Ninfa che sagrifica, dimostrando che la forma maschile di questo aggettivo trovasi riferito anche a nomi femminili (cfr. Aesch. Agam., 642, Kirchoff: τύχῃ δὲ σωτήρι; Soph. Oed. v. 81). Il Kinch in una sua nota dal titolo iaton [Zeitschr. für Numism. XIX, p. 135-143) che ho avuto occasione di leggere, in questi giorni, accetta l’opinione dell’Imhoof.