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TOPOGRAFIA E NUMISMATICA


DELL’ANTICA IMERA

E DI TERME

(Continuaz., vedi Fasc. II, 1894).


TERZO PERIODO.

(472-409).


Dal dì che Amilcare era sconfitto e ucciso sotto le mura di Imera, aprivasi una nuova era di gloria per questa grande città che aveva liberato tutta la Sicilia da l’imminente pericolo di un’invasione cartaginese. La fama di questa vittoria si diffuse bentosto per tutta la Grecia: Gelone consacrava a Delfo un tripode d’oro, e ad Olimpia costruivasi un edificio detto Tesoro dei cartaginesi, dove eran depositati alcuni oggetti del bottino tolto ai nemici. Ma Imera stette per altri otto anni avvinta dalle pastoie della servitù. Nel 472 ricuperò la sua libertà, e i cinquanta anni che seguirono costituiscono il periodo della sua vera grandezza. In esso si accentua il suo carattere di città amante della pace; non piglia parte attiva nella lotta fra Atene e Siracusa, non entra nella lega delle città joniche contro l’elemento dorico dell’isola (427 av. C.)1, ma invece promuove le arti e la

  1. Curtius, St. gr., II, p. 531.