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382 emilio motta
Iohanne Botto, Antonio da Landriano e Compagni sopra la provisione del lavorare de la Zecha.
«Visto, considerato et examinato ogni cosa, el nostro apparere è et cossi riferimo fideliter ad V.re Exc.tie che le lettere concesse ad Antonio da Castigliono et Iohanne Antonio Magno per l’antedicto Ill.mo quondam vostro Consorte et Patre et postea per vostre Ex.tie confirmate ut supra non se debiano revocare ma stare firme.
«Bene tamen, ne pare che se debia provedere che la moneta se fabricarà, se faci justa cossi circa el peso corno la bontate et demuni se servi li decreti, cride, capituli et ordini sopra ciò facti, e che V.re Sig.rie commettano alli prefati domino lohanne de Melcio e Compagni antedicti che siano soliciti et sopra le predicte cose e altre dependente da esse juxta formam de la loro commissione, provedano per modo non se coni metta fraude alcuna, et, se gli parerà, possino limitare et restringere per qualche tempo la somma del argento se haverà ad fabricare e la qualità delle monete. Et in questo modo ne pare se consiglierà ad Iutilitate et bene commune, et non se farà injuria ad alchuno e se farà lhonore de V.re Ill.me Sig.rie ale quali humilmente ne raccomandiamo.
"Ceteriun perchè ne era referto che nel peso del marcho de delivrare la moneta mancava un dinaro peso per marcho, troviamo per li quatro che havemo deputati sopra ciò essere vero, cioè chel manca un dinaro per marcho ut supra. La qual cosa ne pare digna di qualche provisione. La V.ra Ex.tia ordeni mò quanto gli piace».


333. — 1477, agosto 28, Milano. — Lettera del duca di Milano per la cessione di rame eroso alla fabbrica del Duomo per la fusione di una campana [Motta, in Gazzetta numismatica, anno VI, 1886, n. 12, p. 92].

334. — 1477, settembre 13, Milano. — Decreto allo scopo vengano osservate le ordinanze sulle monete [Reg. Panig., G. 137 t.].

335. — 1477, Milano. — Supplica del maestro di zecca e compagni Francesco Pagnano, Giovanni Antonio da Castiglione, Giovanni Antonio Magno e Giovanni Morosini alla duchessa Bona di Savoia e figlio Giovanni