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362 emilio motta
«Ceterum se crede, sel nostro Illustrissimo quondam Signore et la nostra Illustrissima Madona con tutto el suo celeberrimo consiglio havesseno hauto noticia del Marcho de la Zecha, mediante el quale ne conseguito non picolo proficuo, havendogli vogliuto donare et confirmare questi privilegij, haveriano in essi facto mentione del dicto Marcho de la Zecha.
«Apresso chi domanda ali sopradicti Maestri et Presidenti quando havesseno hauto noticia del marcho de la Zeccha se havesseno delivrato essa Zecha con quelli capituli, se crede che rispondariano de no.
«Per la qual cosa iustamente se pò concludere, che per el buon comune se debia iustare el pexo, seu el Marcho de la Zecha, con quello del Comune, et usare uno solo pexo in dare et in tuore, corno fano tutte le natione del mondo. Et così de ordinatione de vostre Illustrissime Signorie habiamo exeguito et commandato a quilli de la dieta Zecha, perchè non lavorasseno altramente.
«Et maxime etiam, perchè intendendo nuy che li pexi, quali sono in Zecha in possanza de li conductori dessa Zecha, erano più gravi de quello del Comune, et che duy anni passati hanno comprato et pesato li argenti de li mercadanti Todeschi, et daltre persone in grandissimo detrimento de li venditori. Et quando labbate de li Aurifici per molte lamente facte se ne accorse, li fece iustare et redime al pexo iusto, non sapiamo qual rasione non voglia che pariformiter non si debia iustare quello che se trova più ligiero.
«Et quando forse li dicti conductori de la Zecha allegasseno non potere lavorare con lo dicto marcho iustificato, ut supra, se dice che gli siano ristituiti i suoi dinari. Et se trovarà persona che la farà lavorare secundo la declaratione novamente facta, et con el marcho iustato corno è dicto. Et ad questo modo non se potranno lamentare».


302. — 1474, giugno 4, Milano. — Capitoli della zecca di Milano per tre anni prossimi, perchè l’oro e l’argento venga consegnato alla zecca, ne sia esportato, e valore dei ducati d’oro e d’argento e d’altre monete [Reg. Panig., F. 251 t. — Archivio civico. Lettere ducali 1473-1477, fol. 66 t. — Bellati, Mss. citati. — F. Argelati, De Monetis Italiae, II,