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358 emilio motta
«Li grossi mantovani novi dal tabernaculo con el quartero dele aquile che se spendevano soldi otto se non per sol. vij den. x.
" Karlini papali non tonsati per sol. vij dinari vj imp. et li tonsati non si spendano sol. vij den. vj».
«Et la zecha de le monete ad Millano se farà lavorare et de presente, et vuole la Ex.tia del prelibato Ill.mo Sig.re nostro dare ad persone experte ad tale exercitio essa zecha ad fare lavorare senza emolumento alchuno che ne voglia cavare per la camera sua adciò che meglio et più abondantemente se possiano fabricare de le monete per comoditate de li populi soy. Et pertanto se fa ad sapere ad caduna persona se gli è che volesse pigliare limpresa dessa zecha vada dali spectabili deputati sopra ciò ala camera del intrate ordinarie in la corte ducale che li sera facto intendere el modo ha vera ad tenere».


297. — 1474, giugno 2, Milano. — Ricordi dei Maestri delle entrate ducali e dei Deputati sopra le monete al Duca di Milano per la zecca sforzesca. Vi si proclama la superiorità della moneta milanese su tutte le altre coniate in Italia. [Motta, Nuovi documenti, loc. cit, p. 12].

«Ill.mo Signore. Ne rincresci che V. Ill.ma Signoria habia tedij lei de queste cose de monete, corno per una data heri (jeri) signata Cichus ne pare intendere per dechiarare le monete forestiere se hanno ad spendere et recevere: perochè oltra che li Referendarij dele cita hanno la noticia del decreto de V. Ill.ma Sig.ria, edam già più dì passati havimo facta noticia ad tutti li capitanei di deveti che facesseno fare le cride per tutto, et facesseno sapere ad tutti che Vostra Excellentia ha provisto per el thesorcro, che chi volesse moneta, gli sera cambiato lo oro ad suo piacere et senza paghamento alcuno de cambio doro. Et così havimo de presente, cioè sabbato passato, facta fare la crida in questa città et apparecchiate le littre (lettere) de replicare allaltre citade. Et havimo già più di passati scritto ali Referendarj et Thesoreri desse citade, che venesseno da V. Ex.tia chella gli faria dare le bone monete sue quanto ne bisognasse et vuolesseno. Et tamen fin ad qua non pare sia venuto ne mandato alcuno, che credimo proceda da coloro chi son usati spendere et mercantare dele monete cative, che non voriano bavere el modo dhaverne de buone. Advisando V. Sign.ria chavimo facto fare li assagij de tutte le monete che appareno forestiere et trovamo che le mo-