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documenti visconteo-sforzeschi, ecc. | 353 |
- le monete forastiere et reduremo le altre al corso de la crida, facendo observare questo a tutte le terre de feudatarij et a quelle de mercati, sotto quelle gravi pene parirà convenire. Et per exequire quanto se ordinarà circa questo, sera bisogno che V. Celsitudine per littere signate di sua mano scriva a tutti li referendarij et Capitanei faciano observare quanto per li deputati sarà ordinato, però quando per loro cossi non se facia solum seria questo guastare Milano et ogni giorno tornaremo da capo. Et cossi facendo non è dubio se spenderà bone monete, et loro non passarà la meta sua, et li populi non haverano jactura nel spendere. Questo è quanto a nuv pare per risposta del scrivere de V. Celsitudine, nela quale però remettiamo ogni parere nostro et ala quale sempre se ricommandiamo humelmente. Dat. Mediolani die vii i j februarij 1474.
- «Ejusdem Celsitudinis V.re
«fidelissimi servi de Consilio suo secreto
- «Vincentius».
288. — 1474, marzo 19. — Antonio da Landriano eletto tesoriere generale, a vece dell’Anguissola [Calvi, Famiglia Landriani in Famiglie notabili milanesi].
- Ai 16 gennaio 1477 scelto a presidente della zecca; al primo gennaio 1480 tesoriere e commissario generale sopra le monete del ducato; † ai 30 agosto 1499, assassinato, come è noto, da Simone Arrigoni.
289. — 1474, aprile 7, Milano. — Lettera del Consiglio segreto ducale al duca Galeazzo Maria Sforza [Ghinzoni, L'inquinto ossia una tassa odiosa del secolo XV, in Arch. stor. lomb., 1884, p. 509].
- «Sonno de parere che in la instructione quale se haverà ad lezere in publica concinne se facesse mentione ut infra videlicet: che la sig.ria vostra vide levare via queste fraude et corruptione de monete et stabilire un pagamento solo che vaglia ali datij, al sale et in thesoraria, cioè li testoni ad soldi 82, larghi 81, de camera 80, fiorini de Rheno soldi 63, et la moneta de vostra signoria quello vale de presenti. Et ad ciò se faccia più comodamente, che la zeccha lavore sotto governo de propnj cittadini, et la signoria vostra faccia li pagamenti de moneta, et se banniscano le monete reprobe, adciò per la città se recevano ad quel medesimo modo che recevano ali datij».