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348 | emilio motta |
valuta del argento il qual comuniter vale ad rasone de ducati vj per marcho de fin. Il perchè parendone questa cosa assay importante così alle intrate de V. Ex.tia corno al bene de li subditi de quella havemo havuti con nuy insieme li magistri delle intrate vostre ordinarie et extraordinarie, et consultata dilligenter la cosa e consyderato quanto damno ne seguirla ad questa città et altre de dominio de V. Signoria et ex consequente alle intrate vostre, lassando correre tale moneta quale è molto adulterata et abbassata da laltra vechia et che quella nova non se spenda a Bologna se non sol. vj den. viiij per ciascuno et qui sono comenciati a spendere sol. vij den. vj secundo il corso di vechij et per questo abunda et ogni dì abondarà non li facendo altra provisione perchè la moneta per tutto se porta ove ha più pretio, però è stato fra nuy rasonato de provederli per uno de duy partiti cioè de abaterli et redure al pretio et corso suo justo de sol. vj den. j per ciascuno overo de farli bandire delle terre de V.ra Signoria per non lassare che tali monete se mandano de qua, et questo secundo partito è parso megliore et più securo, consyderato che labbatere et redure de monete non sta tropo fermo et sei sta uno pezzo, transcorre poy in uno altro tempo et la cossa dà in coruptella, come sè vedute molte fiate per experientia. Pur consyderando che la Mag.ca Comunità de Bolognia et Bolognesi sono in quella benivolentia et coniunctione cimi l’excellentia vostra che quella sa, et forse gli haveria di rispecti, che nuy non intendemo altramente, ne è parso de tuto dargli noticia acciò che quella corno sapientissima possi deliberare et commandare quello che meglio gli parirà, perchè per nuy non se farà altro circha ciò fin che da essa non haveremo risposta. Avisandola pero che Bolognesi a casa loro non lassano spendere salvo loro moneta. Per il che non se haveriano juste ad dolere quando il simile se facesse maxime de tale monete nel dominio de V.ra Excellentia, ala quale devotissime ne raccomandiamo. Dat. Mediolani die secundo fcbruarij 1473.
«Ex. me dominationis vestre.
«fedelissimi servi de Consilio secreto. «Chiristoforus»1. |
- ↑ Il duca spediva questa lettera al suo oratore in Bologna, Gerardo Cerruti (4 febbraio) " adciò li possi fare intendere ad quella Comunità perchè noi ordinaremo che ad Milano et nel dominio nostro non se spendano dicti carlini se non per il pretio justo et per quanto lo assagio porta „ [loc. citato].