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la zecca di reggio emilia 339

Ed ora ecco i Capitoli tra i Signori di Correggio e quella Comunità da una parte, e il nostro artista dall’altra:

«1.° Che la condotta della Zecca duri per anni cinque prossimi avvenire.

2.° Che M.° Gio. Antonio Zecchiere paghi ogni anno nel fin dell’anno alli sopradetti Signori e Comunità Lire seicento moneta imperiale, cominciando da quel dì che si caveranno di zecca monete stampate per spendersi et non per mostra.

3. Che i detti Signori o Comunità siano obbligati mantenere durante la locazione a M.° Gio. Antonio una casa abile all’arte della zecca, con patto però che il Zecchiere paghi l’affitto di essa.

4.° Che il Zecchiero possa condurre e ricondurre ogni sorta di roba pertinente alla zecca et al vivere e vestire per la famiglia di esso come pei lavoranti, e siano esenti da ogni dazio e da ogni imposta.

5.° Che tutto l’argento, oro, rame, ferro et altra roba pertinente per lavorare in zecca possano entrare ed uscire liberi da ogni dazio.

6.° Che M. Gio. Antonio possa sublocare in loco suo Nicolò Magnavacchi da Modena con la medesima autorità che à nelli presenti Capitoli: et in caso di morte di Gio. Antonio restarvi però coll’istesso obbligo il sostituto.

7.° Che non possano essere sequestrati denari di qualche persona, da chichesia in zecca.

8.° E perchè il Zecchiero spenderà molti denari in far fare li Ponzoni e le Stampe per le monete d’oro e d’argento che s’intende di fare, si dichiara che al fine della sua locazione possa portar via detta Ponzoneria, ma nel caso che entrasse altro Zecchiero debba pagargli tutti i Ponzoni a stima d’uomo perito e purché siano riconosciuti buoni.

9.° Che il Zecchiero debba lavorare a libbra e peso di Bologna del titolo di onde 9, denari 22 d’argeno lino per libbra di moneta; ma perchè si lascia due denari argento al Zecchiero per il calo che fa in diversi modi nel lavorarlo, si riduce in ragione di oncie 9, denari 20 per libbra di moneta fina, che sono Quarti, Bianchi, Giulj, Grossi, i quali tutti saranno di oncie 9, denari 20.

Sopra oncie 9, denari 20 argento fino a lire 5,18

l'oncia, vale L. 58,10
Fattura e rame "     1,10
L. 60,—