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la zecca di reggio emilia 333

VI. Parolari Francesco, figlio di Battista, orefice. Nacque nel 1487. Nel 1515, per la venuta a Reggio di Giuliano de’ Medici, governatore papale, gli offriva due ricchi piatti d’argento del peso di oncie 192 1|4 da lui lavorati. Fu, poco dopo, addetto alla zecca dove, incominciando da saggiatore, arrivò al grado di Sovrastante. Nel 1533 e negli anni seguenti fuse e lavoro parecchie campane, dietro ordine del Comune. Eseguì lavori di doratura nell’orologio pubblico nel 1536 che era stato eretto con meravigliosi macchinismi dai celebri Rainieri. Nel 1536, arrivando a Reggio il duca Ercole II, accolto con grandi dimostrazioni di testa dalla città, Francesco gli offriva una ricca coppa d’oro col coperchio e con piede d’argento, il tutto suo lavoro. Di tal lavoro l’artista ricevette duecento ducati in oro. Ai gentiluomini al seguito del Duca furono regalate parecchie tazze d’argento, lavorate dallo stesso Francesco che di queste ultime ricevette dal Comune, che aveva ordinati i lavori, lire imp. 366,4 In seguito l’artista eseguì vasetti, oggetti preziosi e lavori minori come è ricordato sovente nei documenti reggiani. Nel 1553 Pastorino da Siena, abitante in Reggio in quell’anno per la fabbricazione dei conii, lo ritrasse in una splendida medaglia, or; presso l’Archivio di Stato reggiano.

Lasciò il suo testamento in data 9 luglio 1557; e in quest’anno era corpore languens. Il Campori dice che fu pure orologiaio, ma non si rinvennero documenti che comprovino la cosa.

VII. Signoretti Alberto, orefice. Nel 1537 i Canonici della Chiesa di S. Prospero estrassero il capo di S. Prospero, una mandibola di S. Venerio e un dito di S. Omobono dai loro tabernacoli, che