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appunti di numismatica romana 31

una piccola zecca di provincia sia dell’Oriente, sia della Germania o della Spagna, dove forse si prese a modello un antico denaro d’Adriano o d’Antonino, il che potrebbe forse spiegare anche perchè la testa dell’imperatore fu incisa senza corona.

Alla osservazione mossami da un amico, che un usurpatore in luogo d’una rappresentazione così piana e così banale come quella dell’Equità, ne avrebbe preferita una più caratteristica, più immaginosa, più significativa, rispondo citando semplicemente l’esempio di quasi tutti gli altri usurpatori. Si osservino, ad esempio, le monete di Pacaziano, di Regaliano, di Jotapiano, di Mario; quali rovesci strani troviamo noi sulle loro monete? Nessuno, e invece tutti questi tiranni stamparono sui rovesci delle loro monete: CONCORDIA, FELICITAS, FIDES, FORTVNA, LIBERALITAS, ORIENS, PAX, PROVIDENTIA, VICTORIA, e così via, perfettamente equivalenti all’ÆQVITAS del nostro Massimiano. Del che mi pare d’intravvedere anche chiaramente la ragione. Era interesse di questi usurpatori che le loro monete avessero corso nell’impero, e perciò mettevano ogni cura a fabbricarle in modo che avessero ad assomigliare il più possibile a quelle imperiali. Nè varrebbe citare a questo proposito l’esempio di Carausio, il quale, trovandosi nella sua isola in posizione eccezionale, poteva sbizzarrirsi a piacere coniando monete coi rovesci più strani e con leggende nuove e speciali. Tutti gli altri usurpatori si attennero al sistema più prudente e più pratico dell’imitazione, sistema che venne poi seguito e perfezionato dai numerosissimi usurpatori medioevali.

Se ora poi consideriamo gli elementi che ci rimangono, il tipo della fabbrica, affatto differente da quella dei denari di Massimiano Erculeo, la qualità dell’argento, ben lontana dalla purezza di quello dell’epoca dello stesso Massimiano, e i carat-