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316 nicolò papadopoli

MESSINA.



1. — Oro, peso grammi 9,23.

D/ — Aquila in un cerchio, sul petto e nella parte inferiore dell’aquila, testa coronata d’alloro, a sinistra, attorno: + MΛ . . . FRIDVSR.
R/ — Croce tenuta da una mano, ai lati della croce IC XC NI IΛ, attorno, ornato diviso da un cerchio.

Non si può dire veramente che questa moneta sia del tutto inedita, ma sarebbe ancora meno esatto asserire che essa sia sufficentemente conosciuta. Basti accennare che lo Spinelli1, il quale ne riprodusse due esemplari, non potè vedere il nome del principe e fu indotto ad attribuirli a Federico II. Egli è d’altronde pienamente giustificato, perchè la zecca siciliana di questo tempo usava lo stesso conio per battere tutte le monete d’oro, qualunque fosse il loro peso e la loro dimensione, ragione per cui i pezzi più piccoli del valore di uno, di due ed anche di tre tari non ricevevano l’impronta se non dalla parte centrale e mancavano di quel circolo esterno dove è scolpito il nome del sovrano. Nel mio esemplare, che ha forma assai irregolare, ma pesa ben dieci tarì, è visibile anche il circolo esterno e ci si legge chiaramente il nome del valoroso e simpatico Manfredi di Svevia

  1. Spinelli D., Op. cit., tav. XXII, n. 17 e 18, descrizione, pagina 132, n. 637, 638.