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24 | e. gabrici - topografia e numismatica dell'antica imera |
Se così è, anche l'Imera settentrionale, attesa la tendenza dei Siculi a venerare i fiumi, dovette avere presso quel popolo un nome, il quale poteva facilmente esser derivato dalla sua posizione appiè d’una collina e in mezzo ad una pianura fecondata da esso; sempre ricco di acqua, anche nei mesi estivi.
Ed essendo i Siculi una popolazione agricola, dedita alla pastorizia fin da quando abitava nella nostra penisola1 è probabile che quella parte di essi stanziata presso il fiume Imera, gli desse l’appellativo di benigno, benefico, fecondatore, che passò poi a significare il fiume stesso. Siccome ignorasi la lingua loro, non conosciamo la forma di questo vocabolo, ma si può ritenere che dovesse accostarsi di molto al greco Ἵμερος per suono e per significato. Il passaggio poi di questo nome dal fiume alla città è cosa che non ha bisogno di commento.
(Continua).
- ↑ Holm., I, p. 63.
e quello di qualche eroe o personaggio storico che vi morì o lo attraversò, (Plut., De Fluv. passim) laddove il più antico ha un’origine naturalistica. In tal caso è vana ogni nostra ricerca etimologica. A giudicare dagli esempi che abbiamo, sembra che il passaggio dell’appellativo del fiume alla città sia avvenuto, com’era naturale, col nome più antico, Gela, secondo lo Schubring (Rhein. Mus., XXVIII, p. 81 seg.) fu così chiamata dal fiume omonimo che in lingua degli Opici e dei Siculi significava brina (Steph. Byz. s. v. Γέλας) Selinunte, la città del Selino, ebbe nome dal fiume vicino che anche così chiamavasi. Questi nomi di fiumi sono antichissimi, non andarono mai soggetti ad alterazioni, e però gli antichi ne conoscevano l’origine trasmessa col nome proprio, e i moderni filologi possono, con qualche probabilità, stabilire dei confronti.