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notizie varie 265


Il Museo di Catanzaro. — La provincia di Calabria Ulteriore II ha istituito da vari anni, nel proprio capoluogo di Catanzaro, un piccolo Museo archeologico, al quale è aggregata una collezione numismatica abbastanza notevole. Essa ha carattere universale; per tacere della parte medioevale e moderna, che non ha quasi nessun pregio (tanto più dopo il furto patito di un esemplare della rarissima ossidionale di Catanzaro, che ne formava il principale ornamento), il Museo possiede circa 2700 monete romane e bizantine, ed oltre 2300 monete greche, le quali ultime provengono per la massima parte dal medagliere del compianto storico e numismatico calabrese Prof. Cav. Domenico Marincola-Pistoia (v. Necrologia). Questa serie greca è ragguardevole in particolar modo per le copiose monete locali de’ Bruzi.

La intera collezione numismatica del Museo Provinciale di Catanzaro fu testé riordinata, per incarico del Ministero della Pubblica Istruzione, dal Dott. Solone Ambrosoli, Conservatore del Medagliere Nazionale di Milano.

Un ripostiglio di aurei romani. In una pianura presso Annecy (Alta Savoja) fu trovato, verso la fine del mese di dicembre 1893, un piccolo ripostiglio di aurei romani. Il tesoretto giaceva in piena terra a un metro circa di profondità, e tutte le monete sono in perfetto stato di conservazione. Gli aurei sono 36, così suddivisi: 14 di Domiziano, 1 di Giulia Augusta, 9 di Vespasiano, 7 di Trajano, e 5 di Nerva. — La piccola scoperta fu illustrata in un interessante articolo dei Sigg. J. Corcelle e M. Le Roux nelle Revue savoisienne (genn.-febbr. 1894, pag. 21, e segg.)

(Dalla Revue Suisse de Num.).


Un ripostiglio a Villazzano (Trentino). - Sulla fine dello scorso aprile, nei lavori di sterro della ferrovia della Valsugana, a Villazzano, presso la villa Tambosi, alcuni operai veneti trovarono sotto un sasso un centinajo di piccole monete in argento, benissimo conservate. Queste, come avviene di solito, andarono subito divise fra i lavoranti e disperse. Le poche che furono potute esaminare da un nostro amico erano grossi tirolini di Mainardo conte del Tirolo e