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246 | emilio motta |
276. — 1472, maggio 22, Milano. — Lettera dei Maestri delle entrate ducali a Galeazzo Maria Sforza: essendo avvisati " che Venetiani de presente hanno facto fare publica crida, che le loro monete dargento facte da qui indreto, non se possano spendere se non per la mitade de la valuta de quelle „ chiedono se sia del caso di fare simile grida anche nel ducato di Milano [Classe: Zecca].
277. — 1472, maggio 22, Pavia. Galeazzo Maria Sforza grazia Giulio e Giov. Antonio figli di Nicolò Pallavicino della condanna del bando "per imputatione de monete false„. E ciò ad istanza del loro fratello, vescovo di Lodi. [Seletti, Storia di Busseto, III, 80].
278. — 1472, maggio 29, Milano. — I Maestri delle entrate al duca di Milano, per riguardo alla grida emanata dai Veneziani per le loro monete.
- Avuti a consulta i deputati sopra le monete nonché parecchi «aurefici et maestri da fare fabricare monete di questa citta», tutti quanti concorrono nel parere «per bene di subditi de V. Sig.ria et per honore de quella che in tutto se bandischano le monete vechie venetiane dargento, conio per altre cride facte da V. S.ria sono state bannite più volte: perocchè dicono dicti Maestri, hanno facto li assagij dessa moneta venetiana tonsata: et trovano che gli ne sono assai così guastati che non valeno chi xv chi xvj dinari al più. Unde facendo la crida corno Inno facto fare loro Venetiani se spendariano dinari xx per grosseto: iiii o v dinari più che non valeno: et tutti di boni loro stessi li disfariano et non mandariano in qua se non de dicti così tristi et guasti. Et ad questo modo li Subditi de V. Sig.ria haveriano el damno et dicti Venetiani lutile».
- (Classe: Zecca).
279. - 1472, maggio 30, Milano. — Decreto relativo alle monete venete d’argento state bandite [Reg. Panig., F, 198. — Arch. civ., Lettere ducali, 1462-1472, ibi. 238. — Bellati, Mss.].