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la zecca di reggio emilia | 223 |
l’una et da sol. 10 et da 20 et da sol. 15 a suo beneplacito et de cavalotti e colombine a beneplacito dei soprastanti;
per ogni libbra d’argento doveva pagare alla Comunità soldi due;
battendo scudi d’oro, questi dovevano essere della bontà e peso di Modena e il locatario doveva pagare alla Comunità soldi venti, per ogni libbra d’oro;
gli ufficiali e soprastanti dovevano essere al solito pagati dal locatario che doveva dare pure buona e idonea sicurtà, ecc.
A questi capitoli fanno seguito queste altre disposizioni d’ordine generale e importanti perciò a conoscersi: I soprastanti alla zecca dovevano avere una cassa con due chiavi ben fatte, delle quali una doveva restare presso di loro e l’altra presso il zecchiere. La cassa era destinata a contenere i punzoni e le stampe di qualunque sorta: durante le battiture uno dei soprastanti doveva restar presente; ma quando si volesse fare il saggio di qualche moneta d’oro o d’argento, allora uno de li Depositarli trovi uno o due de li Soprastanti pro tempore et li conduca alla Cecha, quale alhora pigliara de la cassa preditta la monetta battuta di quella che si vora fare saggio tanto d’oro quanto d’argento et postagli sopra una tavola mischiandola bene li soprastanti pigliarono in diversi loghi tre quattro del cumulo et tanto quanto alhora parrà houesto et le durano al Depositario, di poi darà al saggiatore quella per numero fui di bisogno pigliando de le dette mollette la ratta per ciascuna, il quale fatto chaverà il saggio, darà di sua mano una polke dove si contenera la bontà e la qualità di esse manette dandole al Depositario col saggio fatto, il qual saggio il Depositario lo