Pagina:Rivista italiana di numismatica 1894.djvu/231


la zecca di reggio emilia 219

Conservatori ne scrivevano al duca. Questi ordinava allora di sospendere l’esercizio di quella zecca. Il 14 dello stesso mese si pubblicava una grida colla quale, limitato il valore delle monete correnti in Modena, toglievansi di corso tutti i sesini tranne i reggiani e i ferraresi.

Conosciutasi a Reggio tale disposizione, lo zecchiere si mise a riconiare i sesini con sette martelli. Allora i Conservatori modenesi presentaronsi al Governatore ed esponendogli come in Reggio battevansi sesini, scudi e quattrini calanti dalla bontà prescritta e che la quantità stragrande di sesini battutivi contribuiva ad aumentare il valore dello scudo, domandavano provvedimenti a tal uopo. Scrissero inoltre al duca pregandolo di por rimedio all’inconveniente e di permettere al loro zecchiere di battere monete d’argento fino o d’oro secondo il prescritto, abolendo poi i sesini di Reggio per non essere alla liga ne al valore di ottanta dui bolognini per Scudo.

La risposta del duca fu ben diversa e sembrandogli giunto il momento di attuare un suo desiderio lungamente vagheggiato, Ercole II, con lettera 3 aprile 1559 al Governatore di Modena, proibiva di battere monete di sorta alcuna in Modena et in Reggio1.

Così le due città vicine dovettero chiudere le loro officine delle monete, senza molta speranza questa volta di poterla tosto riaprire.

In tal modo stavano le cose quando mori il duca Ercole.


  1. A. Crespellani, Op. cit., pag. 47 e 48.