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218 francesco malaguzzi valeri

In questo tempo Reggio sentiva tutto il danno delle guerre che andavansi combattendo tra i varii stati vicini. La città era in continuo piede di guerra.

Quindici mila francesi e mille cinquecento cavalli ai comandi del duca di Guisa eran venuti a Reggio, dove il duca Ercole, che s’era loro alleato contro gli Spagnuoli, li passò in rivista. Poco dopo i Correggeschi e i Guastallesi saccheggiavano crudelmente le ville dei Reggiani, i lavori campestri erano abbandonati e i contadini spaventati fuggivano1.

Per tal ragione, il conduttore della zecca reggiana, lamentandosi che per essere interrotte le strade, i mercanti forastieri che davano il massimo guadagno alla zecca non potevano recarsi a Reggio a portarvi oro e argento, nel novembre 1557, chiedeva agli Anziani che si annullasse l’affitto, finchè la guerra durasse e che il Comune si contentasse dei venti soldi per ogni libbra d’argento da coniarsi in zecca2.

Gli Anziani presero in considerazione la domanda, ma non è dato conoscerne l’esito. Dai mandati di pagamento al Signoretti risulta ad ogni modo ch’egli tenne la condotta fino al termine stabilito3. Allo scadere del quale chiedeva ed otteneva che gli fossero restituiti i ferri del suo mestiere, che aveva ripetutamente domandati.

A questo punto dobbiamo ricordare un breve periodo di chiusura della zecca reggiana da tanto tempo attiva.

A Modena la piazza era riboccante di sesini e di monete di bassa lega e nel 3 febbraio 1559 quei

  1. G. Panciroli, Op. cit., lib. VIII, 1557, e seg.
  2. V. Documento XXVII.
  3. Arch. cit. — Carte di corredo alle Provv., 1558, 1559, 1560.