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la zecca di reggio emilia 205

rara, prima del 25 del mese corrente, alcune persone pratiche di monete e di zecche per dar spiegazioni sull’argomento e per farle assistere ai saggi che là si sarebbero fatti sulle monete reggiane. La Comunità gli inviava perciò Alberto Pratonieri, Giov. Maria Scarufn e Giannantonio Signoretti, medaglista e orefice di grido1; quest’ultimo era fin dal 1541 al servizio della zecca reggiana come saggiatore e lo vedremo in seguito appaltatore della zecca fino alla chiusura definitiva e fabbricatore degli ultimi conii.

Poco tempo dopo arrivava da Ferrara un nuovo ordine al Comune di Reggio di mandare colà gli zecchieri.

Dalla lettera di risposta al ducal fattore generale in data 18 aprile dello stesso 1543, rilevo che al Signorotti si era poco dopo unito un socio nella persona di Pandolfo Cervi. Questi, col Signoretti, partì quindi per Ferrara2. Colà si fecero i saggi delle monete modenesi e reggiane: queste ultime furon trovate della bontà di quelle di Ferrara, Bologna, Modena, e Venezia.

Non ostante questo buon risultato, sembra che anche per Reggio si volesse applicare la misura da attuarsi a Modena3, cioè la sospensione pel momento di ogni lavoro in zecca, e il bando di tutte le parpaiole e quattrini, di questi lasciando in corso solamente i modenesi, i bolognesi, i senesi, i fiorentini ed i lucchesi, e soltanto dopo ciò permettendo che si battessero monete d’argento fino, della bontà e maniera di quelle di Bologna. Ad una istanza degli Anziani per revocare le misure prese, il Duca rispondeva che per lo interesse pubblico ed anello per far

  1. Arch. cit. — Registri delle lettere, 1543, 22. gennaio.
  2. Ibid., 1543, 18 aprile.
  3. A. Crespellani, Op. cit., pag. 43.