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198 francesco malaguzzi valeri


CAPITOLO VI.

Ercole II. — Coniazioni del 1535-36. — G. B. Cavalli mantovano, incisore. — I bagattini. — Appaltatori della zecca dell’oro e dell’argento. — La famiglia dei Signoretti, orefici reggiani. — Il periodo delle locazioni è portato a un triennio. — Successive coniazioni. — Gasparo Scaruffi. — G. Antonio Signoretti prende in affitto la zecca. — Pastorino da Siena eseguisce i conii. — Nuovi documenti su Pastorino a Reggio. — Altri conii eseguiti da G. B. Cambi, cremonese, detto il Bombarda. — Chiusura temporanea della zecca.

Passiamo ora ad esporre le notizie sulla zecca di Reggio sotto il dominio di Ercole II.

L’assunzione al trono di questo principe, succeduto ad Alfonso I (morto il 31 ottobre 1534) fu accolta con giubilo dai Reggiani. Furono aperte le carceri, stracciati i libri dei processi e dei dazii e fatte splendide luminarie per le vie. Agli ambasciatori reggiani recatisi a Ferrara per ossequiarlo, Ercole fece concessioni e promesse in favore di Reggio1.

Sotto il suo governo la nostra zecca attraversa il periodo più splendido e per la sua attività e pel concorso di artisti di grido, quali intagliatori dei conii.

Sembra che nemmeno temporaneamente la zecca sia stata chiusa, quando salì al governo il nuovo principe, dal quale Reggio ottenne probabilmente subito la confermazione del privilegio di batter moneta.

Nel 1535 e 1536 fu conduttore della zecca reggiana Pandolfo Cervi. In quel tempo probabilmente si battè lo scudo d’oro col notissimo tipo del Cristo colla croce e il motto: Cuius cruore sanati sumus da l’un lato e lo stemma di Reggio e la leggenda Regii Lombardie dall’altro. Eseguì i conii di questa

  1. Panciroli, Op. cit., lib. VIII.