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la zecca di reggio emilia 195

soldi per ogni libbra di peso della nuova moneta da coniarsi1. L'incisore a cui il Martelli ricorse per le stampe, questa volta, fu Giovanni Dall'Oca, orefice reggiano, che ricevette dal Comune per tal lavoro ventiquattro lire imperiali2.

Sotto Leone X la zecca reggiana non diede alcun segno di prosperità. Si ha bensì di questo tempo la solita battitura di bagattini, ma i tipi non variano gran fatto da quelli di Giulio II anzi l'esecuzione ne è inferiore.

Del tempo di Adriano VI ci rimane un bagattino piuttosto raro con alcune particolarità e che è l'ultimo prodotto della zecca reggiana sotto la dominazione pontificia3.


CAPITOLO V.


Alfonso I dopo il 1523. — Pandolfo Cervi e Girolamo della Penna ferraresi assumono l'appalto della zecca. — G. Battista Cavalli eseguisce i nuovi conii. — Bontà della moneta reggiana.


Per avere altre notizie di qualche importanza sulla zecca reggiana, bisogna venire al 1531, sotto la seconda dominazione del duca Alfonso I, ritornato al governo degli antichi stati fin dal 1523.

In quell'anno la zecca era stata assunta da Pandolfo Cervi ferrarese che la tenne anche il successivo 1532, insieme, questa volta, a Girolamo della Penna, detto il Pennone, pure ferrarese.

I capitoli coi quali i due zecchieri promettevano di batter monete sono lunghi e particolareggiati. I punti più notevoli sono : Che i detti maestri dovreb-

  1. Arch. cit. — Provvigioni.
  2. Arch. cit. — Registri dei mandati, 1514, c. 87.
  3. Idem.