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186 francesco malaguzzi valeri

in carica anche per l’annata prossima: gli altri scaduti venivano sostituiti con nuove nomine. L’incombenza di tali sovrastanti era di fare il contratto di locazione della zecca, nominare i depositari o assistenti che dovevano di continuo star presenti quando si battevano monete ed essere in rapporto col conduttore della zecca, dal quale dipendevano i maestri di zecca, o zecchieri. Gli assaggiatori invece venivano delegati dai soprastanti a fare le prove della bontà delle monete, delle quali davano una breve relazione scritta e in proporzione del loro lavoro venivano retribuiti dal Comune1.

Gli Anziani di Reggio adunque, nella seduta del 21 ottobre 1491, considerato il vantaggio grande di ottenere dal duca la facoltà di aprire una tal zecca, deliberavano di chiedergli di poter coniare due sorta di monete, l’una del valore di un soldo, l’altra del valore di sei denari, fino alla somma di cinquecento o mille ducati d’oro; poco dopo, nella seduta del 27 dicembre, fissavano le norme per facilitare l’attuazione del progetto2.

La risposta da Ferrara venne nel marzo del susseguente 1492 e fu favorevole. Il duca raccomandava che le nuove monete si facessero " de arzento fino et bono come se costuma in li altri luoghi„, affinchè potessero aver corso dovunque e più difficilmente potessero venir falsificate 3.

Sembra però che solo due anni dopo incominciassero i Reggiani a valersi del permesso ducale di batter monete, perchè soltanto dal 1494 i documenti accennano a un lavoro di zecca iniziato allora.


  1. V. Arch. cit. — Provvigioni del Comune.
  2. V. Documento XII.
  3. V. Documento XIII.