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topografia e numismatica dell’antica imera 161

mitive senza segno di valore. Tutto questo dimostra la cattiva prova che fece in Sicilia il sistema eginetico, il quale finì per essere abolito.


SECONDO PERIODO.

(489-472).


Verso i principii del V secolo a. C. le più importanti città della Sicilia, ad eccezione di Siracusa, erano cadute sotto la dominazione dei tiranni. In Agrigento aveva usurpato il potere Terone, uomo ambizioso, che volse le mire su Imera.

Signoreggiava quivi Terillo, figlio di Crinippo, e per parte della figlia Cidippe, suocero di Anassilao di Reggio1. E siccome Terillo teneva con duro freno quella popolazione, Terone fe’ lega coi nemici di lui e lo mise in fuga, avendolo vinto in battaglia.

Dall’anno della sua signoria in Imera data una grande mutazione nel sistema monetale; all’eginetico subentra l’attico di Solone, ridotto. È coniata la dramma, il didramma, l’hexas. Il rovescio delle monete non è più l’area incavata o la gallina, ma una impronta tutta propria di Agrigento, il granchio. Accanto a questo tipo se ne conia un altro che è quello del gallo e dell’astragalo. Non un solo accenno al grande avvenimento di questo tempo, che fu la strepitosa vittoria d’Imera. Ma la città non era libera: era soggetta ad un’altra città e non potè mutare i tipi monetali. Lo farà bentosto dopo la dominazione di Terone e Trasideo.


  1. Herod., VII, 165. — Holm., I, p. 205.