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vale dicci oboli1. Da questa testimonianza di Aristotele risulta che negli scambi commerciali in Sicilia, tanto l’obolo eginetico, pesante gr. 0,90, quanto quello corinzio, pesante gr. 0,87 (il decimo della dramma) equivalessero alla litra di bronzo, della quale più avanti determineremo il peso approssimativo.

Ma l’inconveniente del sistema eginetico stava nel non potere in nessun modo scambiare agevolmente la dramma con un numero determinato di litre. La dramma di peso ridotto (da 6,30 a 5,90) non si poteva scambiare con sei litre, perchè troppo superiore al valore di esse, ne con sette perchè inferiore. A tale scambio esatto prestavasi invece la dramma corinzia che equivaleva esattamente a cique litre. Per questa ragione tutte le colonie calcidiche che avevano il sistema eginetico si videro obbligate, o presto o tardi, ad abbandonarlo e ad accettare il corinzio, come vedremo per Imera nel successivo periodo.

Così si spiega in parte l’incostanza e la varietà dei segni di valore sopra accennati, alcuni dei quali non si sono potuti interpretare.

Conchiudendo adunque, i coloni greci che recaronsi ad Imera coniarono le loro monete secondo il sistema in vigore nella patria loro, perciò in origine non comparisce alcun segno di valore. Ma ben presto apparve il conflitto colla litra e con esso tutt’i segni sulle monete, che talvolta erano tralasciati; fino a quando negli ultimi tempi si tornò alle monete pri-

  1. Poll., IV, 174. ": Ἀριστοτέλης δὲ ἐν μέν Ἀκραγαντίνων πολιτείᾳ προειπών ὡς ἐζημίουν πεντήκοντα λίτρας ἐπάγει: ἡ δὲ λίτρα δύναται ὀβολόν Αἰγιναῖον ἐν δὲ Ἱμεραιων πολιτείᾳ φησίν ώς οἱ Σικελιῶται τοὐς μέν δύο χαλκοῦς ἐξάντα καλοῦσι, τόν δὲ ἕνα οὐγκίαν τοὐς ὁ τρεῖς τριάντα, τοὐς δὲ ἕξ ἡμίλιτρον, τόν δὲ ὀβολόν λίτραν, τόν δὲ Κορίνθιον στατῆρα δεκάλιτρον δὲ ὅτ δέκα ὀβολούς δύναται„