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100 | fulcio luigi miani |
Così pure, la seconda, che è un quattrino de la Gonzaga. Ha nel diritto le suddette due iniziali: I. F. e nel rimanente è uguale agli altri quattrini di Lodovico e Francesco, cioè, lo scudo fasciato, stemma d’origine dei Gonzaga; attorno: I. F. D. GONZAGA, Iohannes Franciscus De Gonzaga. Nel rovescio busto di Virgilio di prospetto; attorno: V. D. MANTVA, Virgilius De Mantua.
La terza ha nel diritto un cane, e la scritta: IOHANNES FRANCISCVS e lo scudetto fasciato; nel rovescio croce gigliata accantonata da quattro globetti, attorno: PER SIGNVM LIBERA NOS con un piccolo scudetto all’estremità del contorno.
La moneta è di lega, e brutta.
Tutti gli esemplari sono mal conservati. Questa è la prima moneta che porti una impresa cavalleresca, dalla quale prese il nome di Cagnolo, e non si conosce il suo valore.
In complesso il periodo dei capitani non è rappresentato, né da molte, nè da belle monete; specialmente nel primo quarto del secolo XV la zecca di Mantova si trova molto al di sotto delle altre, che coniavano già l’oro e grosse monete d’argento.
Per cui queste tre monete, secondo il citato Portioli, sono le sole conosciute di Gianfrancesco come capitano. Vedremo ora se l’autore della Zecca di Mantova si sarà apposto al vero, oppure gli sia sfuggito il mio quattrino. Esso è di buona conservazione e porta nel diritto lo scudo fasciato dei Gonzaga; attorno: I. F. Johannes Franciscus, DO, Dominus, D. De Gonzaga. Nel mezzo il sole raggiante; nel rovescio il busto di Virgilio di prospetto, attorno: V. Virgilius, D. De Mantua. Questo nummo di rame pesa un gramma e si chiamava quattrino de la Gonzaga. Valeva 4 piccoli di soldo, per cui ce ne volevano 36 a fare un soldo, e 720 una lira. Da qui s’intende, che 720 grammi