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medaglia di giovanni di girolamo, ecc. 87

lui si travasasse l’amore del padre a’ buoni studi. Ne fa testimonianza un’operetta inedita sulla vita e sui costumi de’ filosofi antichi, da Falete a Prisciano il grammatico, compiuta il 17 febbraio 1467 a ore diciotto1; nella quale l’egregio uomo raccoglie e coordina le notizie, lasciate in proposito dagli antichi scrittori2.

Che Giambartolomeo fosse figlio di Giancristoforo d’Arzignano, autore della sullodata operetta, non è un fatto, mi pare, sul quale possa cadere alcun dubbio. Nulla del resto ci lascia nemmeno indovinare a quale professione egli si desse, se coltivasse, o no gli studi; se morisse giovane, o in età avanzata. Dall’effigie scolpita sulla medaglia è dato argomentare soltanto che nel 1488 fosse, come ho pur detto, in quel periodo di vita, in cui finisce forse la giovinezza, tra i venticinque cioè e i trent’anni; è dato argomentare che le forme di lui fossero ben complesse e, diremo anche, leggiadre.



Se poco è dato conoscere di Giambartolomeo d’Arzignano, in cui onore fu scolpita la medaglia, molto meno, per non dir nulla, si sa dello scultore.

Il Lazari, che fu il primo a far parola della detta medaglia, ebbe a sospettare, per un momento, che essa potess’essere lavoro di quel Giovanni, che il Vasari ricorda e loda nella vita del Sansovino. Ma

  1. De Vita et Moribus philosophorum veterum, etc. Explicit liber de vita et moribus philosophorum per me Joannem Christophorum filium Ucigionis (sic) de Arzignano civis vicentini die Martis 17 februarii MCCCCLXVII hora 18, Vicentiae ad o/ficium dadi ad grosum. Vedi Calvi, Biblioteca degli Scrittori vicentini. Tom. III, pag. 9. Vicenza, 1775.
  2. Calvi, Op. e loc. cit. — Mazzucchelli, Voi. I, parte I, pag. 1147.