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Queste due medaglie avranno dovuto essere incominciate verso il 1499; ed avendo il disgraziato sovrano perduto il trono, il lavoro, interrotto già dai fortunosi eventi della guerra, non avrà avuto seguito.

Bernardino de Bove lavorò anche alcuni suggelli. Do il rovescio di uno, con lavoro abbastanza pregevole. (Vedi Tav. II, n. 3).

A Bernardino de Bove successe Agostino de Augusto, che tenne per pochi anni l’ufficio e morì nel 1528, poco prima dell’assedio di Napoli1. Fu quindi dichiarato maestro de’ conii Domenico de la Musica, che lavorava già nella zecca sotto la direzione del vecchio Agostino de Augusto.

Nel rescritto, con cui il de Musica è assunto principale incisore della zecca, è evidente una certa titubanza ad assegnargli quell’importante ufficio. Ed invero i lavori di quest’artista lasciano piuttosto a desiderare.

Domenico de la Musica morì nel 15392, e fu surrogato da Giovanni Antonio Ennece, assai più esperto artista. Basta ricordare di lui gli stupendi conii delle doble d’oro, e le ultime emissioni d’argento di Carlo V. (Vedi Tav. I, n. 5 e 6). Certo il Leoni Leone non faceva meglio pei conii milanesi; né troviamo in alcun altro Stato di Carlo V, moneta in cui l’effigie del sovrano sia raffigurata con tanta verità e precisione. All’Ennece successe Camillo Fontana, che lavorò parecchi anni per Filippo II, e morì nel 15713.

Fu scelto allora Giovanni Andrea Magliulo, e

  1. Vedasi A. Sambon, Les Monnaies de Charles V, ecc. (Annuaire de la Société Françaìse de Numismatique. Anno 1892).
  2. Camera della Sommaria. Esecutoriali, 36, f. 131 t. (Archivio di Napoli).
  3. Idem, Execut., 44 bis, f. 78.