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incisori dei conii della moneta napoletana 75

«cepta servicia per vos maiestati nostre fideliter et constanter prestita et impensa nec non sumptus et varias expensas quas et quos hactenus subire oportuìt et continue facitis circa habitationem et inventionem monetarum antiquarum tam aurearum ragentarum erearum quam aliorum diversorum metallorum in quibus sculte sunt vetuste imagines et subscriptiones nonnullorum illustrium virorum quibus quam plurimum oblectamur quin prestatis ad presens et prestare poteritis et continue prestatis in dictis numismatibus antiquis et sculturis vestris dante domino continuacione laudabili ex quibus nos nostra gratia dignum et bene-meritum reputamus».

Ancor più esperto fu Girolamo Liparolo che successe a Francesco nel 14621. Fu il primo a ritrarre il sovrano sulla moneta napoletana, poiché non possiamo ritenere un tentativo di ritratto la testa assolutamente schematica e convenzionale del reale di Alfonso, coniato in Sicilia, a Napoli, ad Aquila e a Lanciano.

Alfonso I, appassionatissimo, com’era, dell’arte, appena vide saggi delle stupende medaglie, eseguite da Vittore Pisano, fu preso da vivo desiderio di avere presso di sé quell’insigne artista, e, nel 1448, venne difatti il Pisanello alla corte Aragonese. Tra le medaglie, da lui eseguite per Alfonso, ve n’ha una coniata a foggia d’un mezzo carlino, su cui è ritratta con gran maestrìa l’effigie del sovrano. È il primo saggio, ch’io conosca di ritratto su di una piastrina metallica coniata. Prezioso modello, questo, pei nostri artisti; e nullameno, passarono sedici anni, prima che si tentasse quell’importante innovazione nella moneta.


  1. Nelle Quietanze che Ferdinando I fece ad Antonello de’ Petruzzi addì 13 marzo 1467 per i conti dal settembre 1456 all’agosto del 1465. f. 5 1. (Arch. della Cava). — Vedi anche A. Sambon, I carlini di Ferdinando I d’Aragona. (Rivista Numismatica Italiana, 1891).