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74 arturo g. sambon


A Guido d’Antonio successe altro incisore napoletano, l’orafo Francesco Liparolo, incaricato anche dell’incisione de’ suggelli. Addì 5 gennaio 1456, lo troviamo menzionato nelle cedole Aragonesi pel pagamento di un suggello d’argento con l’armi di Aragona e Napoli, scolpite su1. Addì 8 giugno, del 1456, Alfonso aumentò la paga da lui percepita pei lavori di Zecca. Invece di 1 1/2 tornese, per libbra di moneta d’argento o rame, fatta coi conii da lui incisi, gliene concesse 3 per libbra d’argento e rame, e 5 grani d’oro per libbra di moneta d’oro2.

Sanno tutti la passione di Alfonso per le monete antiche. Da un documento, da me rinvenuto, nell’Archivio di Stato di Napoli, risulta che il Liparolo aveva incarico di farne ricerca per Alfonso; ed il sovrano gli era assai grato dell’assidua cura che metteva ad accrescere la sua ricca nummoteca. Per questo zelo, per giusto compenso dell’abilità di lui come incisore della Zecca, Alfonso concesse al Liparolo, quanto questi vivesse, 50 carri di frumento all’anno, liberi d’ogni dritto d’esportazione3. Giova trarre fuori il seguente brano del suddetto documento:

«Alfonsus, etc. provido viro magistro Francisco Liparolo de Neapoli aurifabro ac scultori omnium stamparum et fideli nostro dilecto gratiam nostram et bonam voluntatem sane actendentes vestre fidei sinceritatis constanciam nec non grata plurima et ac-

  1. Cedole di Tesoreria, n. 30, f. 177 t. (Arch. di Napoli).
  2. Regia Camera della Sommaria. Comuni 5, f. 119 1. (Arch. di Napoli).
  3. Esecutoriali della Regia Camera della Sommaria, Voi. I, f. 357 t. (Arch. di Napoli). Nel 1460 (addì 18 febbraio) gli orafi Giovanni de Lamanna e Ferrante Miroballis convennero col procuratore di messer Trajano di Santomango, d’incidere e coniare una certa quantità di monete tornesi. (Prot. di Not.: Andrea de Afeltro, 1459-60, a car. 5, n. Arch. Not. di Napoli). V. Filangieri, Indice degli artefici, ecc. Vol. II, pag. 38 e 175. Napoli 1891.