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nè per Giovanna, nè per Carlo III, di coniare altri gigliati; ma, sebbene non tornasse conto per ragioni economiche, ben potevasi, per ambizione e per fasto di governo, dar mano al conio di monete d’argento.

Così avvenne difatti, poichè Giovanna I, che, al principio del regno, non aveva coniato altro che denaretti di lega, in occasione però del matrimonio con Lodovico di Taranto1, per vanità di segnare sul massimo valsente il nome suo e dello sposo, ordinò l’emissione di pochi carlini, di cui una quindicina appena si conoscono oggi ne’ Musei e nelle private collezioni2 e Carlo III, sin dall’inizio del suo governo, coniò gigliati o robertini.

Son pochi giorni che, per la prima volta, è apparso questo gigliato di Carlo III, avendone io trovato due esemplari in un gruzzolo di quasi 200 robertini, rinvenuto nelle vicinanze di Napoli.

Nei registri di Carlo III, ho visto due documenti che riguardano la Zecca. Il primo è del 13823, e con esso si nomina il maestro di prova per i metalli nella Zecca di Napoli. Questo ufficio è affidato a maestro Antonio de Raymondo4.

  1. I gigliati ed i denari coi nome di Lodovico, furono probabilmente coniati per la solenne incoronazione del 25 maggio 1352, per esser gettati al popolo.
  2. 13 esemplari, provenienti da un ripostiglio di 2231 gigliati, di cui 1462 napoletani, trovato ad Efeso, sono nel Museo Britannico; altri due trovansi nella Collezione Sambon.
  3. R. 358 f. 379 t.
  4. In questo documento si fa menzione dell’assaggio di oro e argento; ma è una pura formalità che non implica il conio effettivo dell’oro.
    Il Manni (Brevi ragionamenti sopra le monete) e poi il Fusco, il Bonucci (vedi tavole di monete eseguite per commissione del Duca di Luynes), ed altri pensarono che si dovessero attribuire alla Zecca napoletana alcuni fiorini sinora ritenuti provenzali, poichè si trovano fiorini coi nomi di Giovanna I e di Ludovico II, seguiti dal titolo provenzale, quando altri, invece, hanno solo i titoli ihr et sicil rex o regina. Le ragioni che potrebbero avvalorare questa ipotesi, oltre la mancanza del titolo provenzale, sono le seguenti: i° Nelle commissioni di Zecca, posteriori al regno di Carlo II, si indica continuamente la Zecca napo-