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due medaglie vicentine inedite 441

l’impresa, ch’egli assumeva. Ho detto sembrerebbe, poichè si sa che nel secolo decimo sesto "da’ grandi signori, o capitani a’ più inetti accademici, che cicalavano per le aule d’Italia, tutti cercavano un corpo e un’anima d’impresa, e più quelli, il cui corpo e la cui anima non valea nulla1.„ Ignorasi se il Muzani immaginasse da sè l’impresa, o ricorresse ai maestri dell’arte. Parrebbe ad ogni modo che anche a lui, benchè ignoto, non mancasse l’aspirazione all’attuamento di qualche nobile ideale; se pure l’insieme dell’impresa non alludeva al motivo per il quale era stata coniata la medaglia, di rimanere sepolta cioè ne’ fondamenti del palazzo.



Come della medaglia in onore della Nogarola, così tornerebbe difficile, per non dire impossibile, definire l’autore dell’impronta del Muzani. Anche logora com’è, la medaglia non lascia di rivelare nella squisita fattura del rilievo il lavoro d’una mano valente. E, non v’ha dubbio, la mano d’uno di quei tanti artefici, non importa se di Vicenza o d’altrove, i quali senza curarsi gran fatto di tramandare ai posteri i lor nomi, trattarono nel secolo decimo sesto il punzone, lasciando numerosissime prove della loro singolare perizia dentro e fuori d’Italia.

Vicenza, novembre 1893.




  1. Giovio, Ragionamento sulle imprese, nella Prefazione del Teóli, pag. XII. Milano, 1863.