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levano quattro piccoli, e tre pezzi formavano il soldo veneziano; a Verona ed a Vicenza erano uguali a tre denari della lira veronese, ed a Brescia corrispondevano a due dei bagattini del luogo, ond’erano appellati anche quattrini-duini.

L’ultimo capitolo riguarda quella moneta senza nome di doge, di cui un lato presenta l’effige di San Marco ritto di prospetto colle braccia aperte, e l'altro uno scudo bandato a scacchi e l’epigrafe in caratteri semigotici: . Vincenzo Lazari l’aveva giudicata per un tornese destinato alla Dalmazia; laddove da Carlo Kunz ella fu ritenuta per un mezzanino di grosso del valore di due soldi veneziani. Il Papadopoli esclude ambo queste ipotesi ed adducendo una deliberazione del senato presa negli anni 1410 e 1414, vi scorge il soldo di una lira particolare, propria di quei paesi ed usata anche in tempi posteriori col nome di lira dalmatica. L’aspetto della moneta ci dà il motivo della sua istituzione. Con essa la Repubblica avrebbe inteso di colpire le monete straniere, particolarmente le aquileiesi, che avevano invasa la Dalmazia e vi godevano molto favore. In fatti questo soldo ha somiglianza co’ denari del patriarca Antonio II Panciera, e lo scudo, contrariamente al primo decreto del senato che stabiliva dovesse rimaner vuoto, porta come in quelli una banda scaccata, nella quale si potrebbe ravvisare l’arma della famiglia Surian, di cui un membro per nome Jacopo era a Zara capitano nel 1416.

Nella seconda parte del volume viene pubblicata una serie di documenti che riguardano l’origine delle varie specie di monete, la loro fabbricazione, il loro valore ed il loro corso, o riproducono le leggi che venivano adottate per i magistrati preposti alla moneta e per le altre persone addette alla zecca. Un’appendice c’informa dei massari all’argento ed all’oro, de’ quali l’A. presenta un elenco più completo di quelli che furono precedentemente stampati. In altra appendice vengono da ultimo enumerate con ordine cronologico tutte le monete veneziane sino al 147 1 indicandosi il loro grado di rarità ed il prezzo che le medesime attualmente hanno in commercio.

La numismatica in Italia fece negli ultimi anni considerevoli progressi, ed accanto alle pubblicazioni migliori va annoverata la presente opera del conte Nicolò Papadopoli. Nel nostro articolo abbiamo della medesima riferito alcune parti, dalle quali per le interessanti notizie che contengono o per l’argomento trattato con novità di concetto e di giudizio, riesce evidente che il chiarissimo Autore superando abilmente le maggiori difficoltà, portò un ricco contributo alla storia della sua patria ed alla scienza delle monete. Siamo certi che non diverso sarà l’apprezzamento degli studiosi