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necrologia | 391 |
medaglie milanesi e dell’Alta Italia, il secondo alle medaglie non comprese nei fascicoli precedenti.
Se il lavoro dell’Heiss è colossale ed è certamente il più vasto e il più splendido che mai sia stato pubblicato sull’argomento, non sarebbe altrettanto giusto l’asserire che sia perfetto e scientifico in ogni sua parte.
Delle attribuzioni molte sono ancora discutibili, la distribuzione del lavoro può essere tacciata di poco ordine e poco nesso logico; l’autore può essere accusato d’essersi benespesso lasciato trasportare a digressioni artistiche, che escono assolutamente dal campo, nel quale il suo lavoro doveva essere circoscritto. E talvolta di tali digressioni formano parte integrante anche parecchi dei moltissimi disegni che fregiano l’opera sua, i quali, per quanto bellissimi in sé stessi, ben poco hanno a che fare col soggetto. Era la foga artistica dell’autore, che la vinceva sulla nuda scienza, era la mania di rendere l’opera sua attraente non diremo ai profani ma ai semplici artisti, che portarono spesso l’autore a digredire e a esagerare l’abbondanza delle illustrazioni.
Ma, accennando per debito di imparzialità alle mende, dobbiamo in pari tempo esprimere tutto il nostro rispetto, la nostra ammirazione e la nostra gratitudine, come italiani, allo splendido monumento eretto alla nostra epoca più gloriosa dell’arte medagliera.
La Direzione.