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che questa moneta godeva e non ne diminuisse gli utili che dovevano essere rilevanti. Non è poi meno probabile, per quello che fu esposto e per quanto c’informano documenti del tempo, che questi tirolini si continuassero a fabbricare anche dopo la morte di Meinardo II, almeno durante i primi vent’anni del secolo XIV. Forse che a questo periodo spettano gli esemplari coll’aquila semplice e di esecuzione più artistica. La riserva posta da Alberto II nel patto del 1271 circa i comuni diritti sulla moneta di Merano non è senza importanza per questa parte d’Italia e per le regioni contermini soggette all’influenza de’ conti di Gorizia, nelle quali i prodotti di quella zecca si trovano in grande copia accanto alle monete della repubblica Veneta. La diffusione degli aquilini e de’ tirolini era bensì favorita dal prestigio che i medesimi s’erano acquistati al di qua delle Alpi; tuttavia non credo potersi negare che v’abbiano contribuito pure largamente le molteplici attinenze di Gorizia col Tirolo.


III. — Monete di zecche diverse.


A. — I pochi denari di Aquileia che offre il deposito di Monfalcone spettano a quattro patriarchi1.

1. Gregorio di Montelongo, 1251-69.


a) D/ – • GRЄGORI' • - • ЄLЄCTVS • Il prelato ritto di faccia tiene con ambo le mani un libro.

R/ – • CIVITAA- QVILЄGIA • S. Ermacora porge la croce al patriarca. Pezzi 2.


b) D/— GREGO — RlV' • PA • Il prelato seduto con vangelo e croce.

R/ — • AQVI — LЄGIA • Aquila spiegata con la testa volta a destra. Pezzi 2.
  1. Puschi, L’Atelier monétaire des Patriarches d’Aquilée, pag. 75 e seguenti.