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il ripostiglio di monfalcone 351

dinanzi alle quali egli stesso si mostrò propenso ad invertire l’ordine dando la precedenza agli esemplari coir aquila semplice; laddove il professore Arnoldo Busson reputava non essere questa varietà di nessuna importanza per la classificazione dei denari di Meinardo1.

Comunque, sì gli uni che gli altri sono altresì distinti da un contrassegno, collocato nel rovescio tra le parole COMES e TIROL, il quale può riferirsi all’emissione, oppure venir riguardato per sigla del zecchiere, vigendo allora anche nel Tirolo l’uso di dare in appalto la fabbricazione della moneta. I segni da me osservati rappresentano: una rosetta ora a cinque, ora a sei foglie, ovvero quattro più piccole disposte a croce; un ramoscello con tre fiorellini, un fiore campanuliforme, un giglio al rovescio; un globuletto solo oppure tre congiunti da due lineette doppie, un globulo sormontato da altro minore; una stella a sei raggi, ora grande, ora piccola, la quale in alcuni pezzi è fiancheggiata da punti; una crocetta patente, uno scudo in senso inverso; — oppure somigliano ad una coda di rondine o di gallo alpestre o di aquila — o si compongono come di due piccole lune crescenti, opposte l’una all’altra e separate da un ovolo, — od hanno la forma d’incudine in mezzo a due lunette pure crescenti. È probabile che qui i medesimi non si arrestino; ma nello stato di conservazione poco buona delle nostre monete, non m’è riuscito di rilevarne di altri. Alcuni de’ nominati figurano tanto sui denari coll’aquila adorna di fascie, che per brevità diremo fregiata, quanto sugli altri che l’hanno semplice, vale a dire senza tale distintivo. In questi segni comuni alle due varietà noi potremmo ravvisare il pas-

  1. Kleine Beiträge zur mittelalterlichen Münzkunde Tirols nella stessa Numismatische Zeitschrift „, Volume X, pag. 329 e seg.