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350 | alberto puschi |
queste monete sarebbero state battute in Merano da artefici italiani per conto di Alberto III del Tirolo, morto nel 1253. Le medesime, al pari delle seguenti col nome di Meìnardo, ebbero rapida diffusione al di qua delle Alpi, ove avrebbero servito di prototipo a non poche imitazioni fatte da città e principi italiani, e delle quali le prime sarebbero comparse, come dimostrò il Promis, pochi anni dopo la lega monetaria di Cremona del 12541.
b) Denari tirolini col nome di Meinardo, conosciuti comunemente coll'appellativo di grossi carentani o tirolini (denarii de XX, Zwainziger o Etschkreuzer), Pezzi 915.
D/ — ME IN AR DV’. Grande croce che scompartisce tutta la moneta, intralciata da una minore.
R/ — + COMES — TIROL. Nel mezzo aquila spiegata col capo volto a sinistra.
Più numerose sono in questo gruppo le varietà di conio e rendono evidente che questa specie di monete ebbe molte emissioni, le quali si succedettero per un periodo di anni abbastanza lungo.
La principale differenza si riscontra nell’aquila, che oltre allo stile ed al disegno diverso, lungo gli omeri è ora adorna di sottile fascia, simile al gambo del trifoglio, ed ora ne è priva. Il primo tipo che nel nostro deposito apparve in gran copia era stato considerato come meno antico dal Luschin, quando con esattezza degna di venire raccomandata ad esempio, descrisse il ricco ripostiglio di monete di egual specie, scoperto nella primavera del 1867 a Primano nella valle del Timavo superiore e sul versante dell’Adriatico2. Ma contro il suo parere furono mosse obiezioni,