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medagliere sott’occhio nell’atto di consegnarlo al Municipio. Ma la sua salute malandata non glielo permise, perchè già si manifestarono minacciosi i sintomi di quella terribile affezione polmonare, che dieci mesi dopo doveva troncare la sua nobile esistenza. Tuttavia nella tranquillità della sua casa, non volle cessare di continuare gli studi che avevano fatto la delizia di tutta la sua vita, e prometteva alla Rivista numismatica, di Asti, un’appendice al suo libro sulle zecche degli Abruzzi ed altri scritti che non doveva vedere pubblicati. L’inesorabile progresso della tisi, giunto agli estremi, spense la vita di questo illustre archeologo e numismatico il 25 marzo 1864, nella sua ancora verde età di 40 anni e 10 mesi.

Ne raccolse l’estremo sospiro il suo intimo amico Andrea Tessier, che con carità di fratello non si allontanò mai dal suo letto, e prima e dopo, fu sempre di conforto alla sua desolata famiglia. Il suo bell’ingegno, la svariata coltura, la schiettezza del suo carattere, la rinomanza acquistata da suoi scritti, dice uno de’ suoi più fervidi ammiratori, valsero al Lazari il vanto di care amicizie fra i personaggi più dotti suoi coetanei, e di essere chiamato a membro effettivo od onorario da parecchi Istituti letterari e scientifici, come: l’Ateneo di Venezia, l’Istituto veneto di Scienze, Lettere ed Arti, l’Accademia scientifico-letteraria de’ Concordi di Rovigo, la Società ligure di Storia patria, l’Accademia Lucchese, la Valdarnese del Poggio, il Museo Germanico di Norimberga, la Società Slavo-meridionale di Zagabria, la Società Numismatica del Belgio. La sua corrispondenza si estese con dotti di ogni nazione, che all’annuncio della sua morte piansero sinceramente la perdita immatura di uno scienziato, nel momento appunto che dava sicurtà di essere per la sua patria e per l’Italia una nuova gloria, e per l’erudizione e la numismatica un degno erede dei Visconti, dei Zanetti, e dei Borghesi.