Pagina:Rivista italiana di numismatica 1893.djvu/278


vite di illustri numismatici italiani 247

daro, Giovanni Costa, andavano illustrando con pregiate edizioni i classici scrittori. A questi si fece compagno il Lazari, che nella dotta loro conversazione e dimestichezza approfondiva ogni di più nella conoscenza del greco e del latino, tanto necessari ai cultori dell’archeologia e della numismatica. Laureato nel 1845 intraprese la pratica di avvocato sotto la scorta del valente dott. Pivetta, non tralasciando per questo i suoi studi prediletti. Fu allora che il professore Giuseppe Furlanetto, che ebbe tutto l’agio di apprezzare l’ingegno e la dottrina del Lazari, lo volle a coadiutore nell’ordinamento che fece del celebre museo estense del Cataio, in Monselice presso Padova. Nel 1844, il conte Benedetto Giovanelli pubblicava in Trento un suo libro intorno all’origine dei Rezi, ch’egli derivò dagli Etruschi, ed il Lazari colse quell’occasione per dare un pubblico saggio del suo sapere con un accurato ed erudito esame di quel libro. Fin dal 1818 il cardinale Placido Zurla, celebre geografo ed archeologo aveva pubblicato in Venezia, in due volumi in folio, un’opera su Marco Polo, ed altri antichi viaggiatori veneziani, e il Lazari invaghitosi dell’argomento che toccava sì da vicino uno dei vanti della diletta sua patria, nell’autunno del 1845 intraprese il suo primo viaggio fuori d’Italia, a Berna, per esaminare quel prezioso codice, e ristabilirne il testo, corredandolo di eruditi commenti, che due anni dopo, 1847, pubblicò in Venezia a cura del geologo Luigi Pasini, per offrirlo in dono agli scienziati italiani chiamati in quell’anno a congresso in Venezia. In quel libro il Lazari aveva inserto, insieme a quella dei Polo, altre memorie riguardanti insigni viaggiatori veneziani, quali i Sanudo, i Zeno, i Cabotto, ecc. Divulgatasi la fama della sua dottrina in numismatica, gli venne conferito l’incarico di riordinare il Museo annesso alla Biblioteca di San Marco, ricco fra l’altro di ben ventimila monete e medaglie, ch’egli classificò e dispose in modo meglio rispondente alle esigenze della scienza e delle ricerche degli studiosi. Da qui venne al Lazari il pensiero di tessere la storia delle monete dei possedimenti veneziani di oltremare e di terraferma, campo fino allora inesplorato e schivato dai più pazienti eruditi. A questo scopo consultò libri, frugò negli archivi, scovò documenti rari e preziosi, esaminò decreti e