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annotazioni numismatiche genovesi 177

trifogli o crocette, non avendo potuto ben definirne la forma nella zincotipia. Infine vi si riscontra quella troncatura a metà del nome del re e lo spostamento laterale delle crocette in testa alla leggenda, come nel rovescio del ducato dell’Adorno che si conserva a Brera.

La seconda notizia avuta pochi giorni dopo la pubblicazione del catalogo Battigalli, la devo alla gentilezza del Cav. Ercole Gnecchi, il quale aveva allor allora acquistato un bellissimo ducato dell’Agostino Adorno. Questo, che dal calco avuto riconobbi essere una variante di conio di quello di Brera, presenta un’altra differenza importante nella sigla di zecca che è quella del Nicolò Gherardi. E per questo ho creduto bene di darne qui la figura (v. fig. 2).

Questa nuova sigla sopra un ducato dell’Adorno mi obbliga a modificare le mie induzioni della XII Annot. Allora riteneva probabile che l’Adorno, dopo aver coniato una prima moneta d’oro in proprio nome ad imitazione del predecessore, ed a breve intervallo da questo, come ce lo indica il comune zecchiere A S, non avesse continuato per Toro come fece per i minuti. Ora invece questa nuova moneta ci avverte che egli non si è limitato a quel primo, ma ne coniò ancora negli anni seguenti fino a che non cominciò a coniare i ducati col nome dello Sforza.

Potrebbe anch’essere che egli coniasse contemporaneamente gli uni e gli altri, ma pare per lo meno poco probabile, non conoscendosi ancora monete dello Sforza colla sigla S A, che son quelle del ducato del Cardinale, e del primo dell’Adorno.