Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
132 | francesco gnecchi |
era socio di Costantino (come indica il plurale AVGG), poteva egualmente servire per gli Augusti recentemente associati. Ciò è forse anche una prova della fretta con cui si diede mano alla coniazione delle monete; come ne è un’altra l’estrema somiglianza della testa di Valente con quella di Licinio. Siamo, è vero, in un’epoca di decadenza, nella quale non si deve far molto a fidanza coll’arte dell’incisore, ma pure le fisionomie sono ancora abbastanza conservate e distinte l’una dall’altra; e se in questo caso i due ritratti potrebbero facilmente confondersi, gli è che probabilmente, giunta appena la notizia dell’assunzione di Valente, se ne stamparono frettolosamente le monete, ponendovi invece della sua testa sconosciuta quella del socio Licinio di cui già si trovavano pronti i conii nelle officine, e col semplice cambiamento della leggenda nel diritto. È da supporre che, se in quei tempi la posta non era tanto rapida e le notizie non potevano giungere tanto presto, le comunicazioni grafiche fossero ancora più lente.
Nella tavola, accanto al piccolo bronzo di Valente ne ho riprodotto uno di Licinio, onde vi si osservi la perfetta identità dei rovesci e la grande rassomiglianza delle fisionomie.
Ad ogni modo poi le due monete e specialmente il piccolo bronzo, vengono a confermare due fatti storici, la proclamazione di Valente alla dignità di Augusto (AVG nel diritto) e la sua associazione all’impero (AVGG nel rovescio).